Ridisegnare Piazza Alberti a Firenze è un’occasione per sperimentare il rapporto con la storia e risolvere la relazione con i linguaggi contestuali. Il parcheggio non è un dazio da pagare in cambio di comodità , ad esso va donata dignità e cura progettuale. L’idea è stata quella di definire spazi piacevoli grazie a elementi sensoriali propri di luoghi di qualità : luci, ombre, filtri visivi, trame matematiche, incastri ed incontri volumetrici. Il progetto fa sue le istanze del contesto. Quelle immediate e visive, allineamenti volumetrici con i fabbricati vicini, le architetture lungo via Campofiore e i rapporti tra vuoti e pieni, ma anche quelle tattili e materiche, eredità di una modernità fiorentina del dopoguerra, che molto deve al mondo rinascimentale. Ma il contesto propone anche occasioni impreviste, che diventano imprescindibili: in piazza Alberti il valore aggiunto è costituito dal ritrovamento di 3 sepolture longobarde durante gli scavi. Il quotidiano contemporaneo trova l’occasione per “costringere” all’astrazione, accostando ai rumori il silenzio e solennità di una presenza tangibile risalente a 500 anni fa.