Rovesciare il cannocchiale, di chi, per amore, conoscenza e consuetudine, è abituato a vedere la propria città. La città è un corpo. Lo è non solo nei termini della sua organicità delle parti, del suo essere composta di organi vitali, e di elementi di collegamento secondari ma necessari, o del suo avere uno scheletro, una struttura. La città è corpo perché è reale, fisica, materica. Unisce la realtà con il sentimento. Il futuro con la storia e la nostalgia. È dialogo, porosità, durezza, e densità. È malata, ma resiste e reagisce. L’uomo e il mondo (e la città), sono fatti della stessa carne. Rispetto a questa Città-Corpo, a noi quasi sconosciuta, abbiamo deciso di agire attraverso la conversazione e la reazione. Questo l’obiettivo, il tema: il “Fare Anima” di una città pubblica, dell’”Agire Coscienza” di una visione pubblica della città, ovvero rendere sentimentalmente e pragmaticamente condivisibile, una visione generale della città e una sua trasformazione possibile, attraverso l’articolazione fisica del dialogo fra porto e città, fra pubblico e privato, tra istituzioni e individualità, e quindi tra costruito e natura.